Che delusione!
Sono rimasto col desiderio di saperne di più. Il libro sembra monco.
Nel raccontare la propria vita l’autrice illumina i genitori, i fratelli, gli amici ma non lei stessa.
Un pudore a raccontarsi che lascia immaginare più che vedere lo scorrere della vita della protagonista dalla nascita alla fine dell’adolescenza.
Ritrosia che però non le impedisce di mostrare orgogliosa la consuetudine, sua e dei suoi familiari, a far parte della classe dirigente del suo paese indipendentemente da chi è al potere.
Avrei trovato interessante, antropologicamente, leggere di più su quest’aspetto.
Troppe reticenze non giovano all’economia di un racconto.
Susanna Agnelli, giusto per restare in famiglia, da questo punto di vista era più generosa.
Se comprerete il libro avrete quanto meno il piacere di maneggiare un volume Adelphi.
Demetrio Canale