Atlante degli abiti smessi di Elvira Seminara – Einaudi

Ogni vita, ogni cosa vuole essere vissuta, lacerata. Ed io che incollo le tazzine rotte, che faccio rammendare i vestiti strappati mi sono spaventato ma anche incuriosito alle vicende di Eleonora.

Vestiti senza istruzioni, borse pedanti, gonne senza ganci, colletti stirati fanno parte di un catalogo di abiti vari che Ella compila per la figlia lontana  nella speranza di riconquistarne l’affetto.

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La vanità, arma potente e spesso disprezzata, viene usata dalla madre per dipanare il complesso rapporto che ha con la figlia sperando di trasmetterle il proprio testamento morale.

Capita che alcuni libri, scritti egregiamente, abbiano un contenuto zoppicante. Altri costruiti in modo complicato raccontano storie intense. Qui non ho amato l’elenco ma alla fine mi è piaciuta la storia anche grazie ad un finale aperto che ne strappa il velo di malinconia che l’avvolge.

Demetrio Canale

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Il mio filo rosso di Giulia Maria Crespi – Einaudi

Da ragazzino m’imponevo di finire un libro anche se non mi piaceva. Da adulto m’imposi di interrompere la lettura di libri che non mi emozionavano.
Le prime pagine de Il mio filo rosso mi stavano facendo desistere. Poi, complice una notte insonne e la mancanza di altri libri sul comodino, mi sono addentrato nella lettura.

Il libro è caotico, pesante, scritto male. Ha però dei pregi.

L’autrice non si nasconde o almeno non sembra aver pudore quando ammette errori, contraddizioni, rimpianti. Questo elemento rende interessante la storia, se non la lettura, soprattutto paragonata a recenti operazioni editoriali dove anziane signore raccontano la propria vita senza svelare nulla.

Qui non vi sono rivelazioni sensazionali ma si ha l’impressione che chi racconta crede a quello che dice, racconta la propria verità.

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Il secondo pregio è quello di assistere alle vicissitudini che portarono la famiglia Crespi alla perdita del Corriere della Sera.  Perdita che l’autrice sembra ancora rimpiangere nonostante i molti anni passati ed il grande  impegno profuso nel F.A.I. .

Il Corriere era come un blasone per i Crespi. L’ultima discendente sente ancora vivo lo strappo della perdita.

In questa parte del libro la narrazione diventa quasi avvincente con personaggi del calibro di Agnelli, Moratti e Rizzoli che fanno una figura pessima per non parlare di Montanelli, che volendo salvare il Corriere chiede di essere nominato direttore. Richiesta che verrà gentilmente accantonata dalla proprietà per ben due volte.

Infine il pregio maggiore della Crespi è il coraggio di mettersi in mostra. Leggendo si arriva ad ammirare l’impegno che la protagonista ha profuso in tutto quello che ha fatto.

Nella sua vita solo una cosa è mancata, un buon editor.

Demetrio Canale

 

Anna di Niccolò Ammaniti

Tutti gli scrittori sono prima di tutto grandi lettori e Ammaniti non fa eccezione.
Leggendo Anna, da poco edito da Einaudi, si capisce che l’autore ha letto Il Signore delle Mosche di William Golding e sopratutto La Strada di Cormac McCarthy.

In una Sicilia devastata da morte e distruzione, popolata solo da ragazzini, Anna cerca di salvare se stessa ed il fratello dal morbo che uccide tutti quelli che superano 14 anni.

Cerca di tenersi alla larga dalle bande di bambini inselvatichiti che intralciano il suo cammino e si dirige speranzosa verso una meta forse salvifica.

Anna

Durante questo viaggio sperimenterà anche l’amore ed il dolore per la sua perdita.

La sacralità della vita e la speranza in un futuro migliore vengono trattati,  tranne qualche sprazzo, con poca originalità e scarsa tensione emotiva.

La tecnica narrativa però è impeccabile come quasi tutti i libri di Ammaniti e gli va riconosciuto di essere riuscito a scrivere un testo comprensibile ai più.

Demetrio Canale