Le Buone Maniere di Molly Keane – Astoria

Se esiste, in ogni epoca e ad ogni latitudine, un principio cardine su cui ruota la civile convivenza tra gli esseri umani quel principio è il non mettere in imbarazzo l’interlocutore. Per ottenere questo risultato la strada obbligata è quella del silenzio. Strada imboccata con convinzione anche dai St. Charles le cui gesta popolano questo libro.

Non vi fate fuorviare, sotto l’apparente leziosità del titolo si nasconde una storia cruda scritta con la grazia tipica di chi conosce la buona creanza.

Irlanda 1920, una illustre famiglia decaduta continua a mantenere un tenore di vita elevato senza preoccuparsi di non avere più i mezzi per poterlo fare. Le fatture che arrivano vengono buttate nel fondo di un cassetto senza essere aperte. Gli amministratori, che si preoccupano di tamponare le richieste delle banche, sono considerati ometti insignificanti. Quando si entra in possesso di danaro liquido si acquista una console reggenza piuttosto che pagare i conti dei fornitori.

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Altri sono i motivi di preoccupazione. I cani vengono nutriti con pollo disossato mentre i domestici mangiano amido di patate per non sentire i morsi della fame. Le madri delegano totalmente l’educazione dei figli alle governanti tranne poi licenziarle su due piedi se fanno leggere poesie ai figli maschi. I padri sono impegnati nella caccia alla volpe e negli amori ancillari.

In tutto questo tourbillon di concorsi ippici, passeggiate con i cani e balli per l’inizio della stagione i rapporti umani sono sacrificati sull’altare della discrezione. Anche a costo d’ingenerare equivoci ed errori di valutazione negli individui più fragili.

Demetrio Canale

 

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